Le voci e i volti

Testimonial

I Testimonial

Insegnante Carla Martini: "Ho passato nel Centro Solidarietà alcune settimane nel marzo 2017"

Sono rimasta molto sorpresa dal livello qualitativo del lavoro svolto ispirato al famoso pedagogista brasiliano Paolo Freire. Ho visto proporre attività specifiche per lo sviluppo linguistico, motorio, matematico, scientifico, artistico, musicale e relazionale, offrendo ai bambini strumenti e supporti necessari per raggiungere sempre più elevati livelli di sviluppo mentale. Il metodo di insegnamento e le attività proposte a mio avviso sono all’avanguardia, niente da invidiare alle scuole italiane.

Carlotta Civiletti e Micol Terni: "Un giorno alla creche"

Tamandaré, ore 7.35, un giorno qualunque. C’è fermento all’imbocco della Rua Estrela
do Mar. Un bel chiasso di bimbi che ridono e genitori che chiacchierano si mescola al
profumo degli alberi carichi di mangas e di cafè appena fatto. Alle 7.37 arriva Zezè ad
aprire il cancello. Un formicaio di bambini entra nel grande edificio. Mimi ed io li
guardiamo: “Quanti saranno?” mi chiede. “Non lo so”. E constato con un sorriso come
in ogni asilo di tutte le parti del mondo c’è chi corre dalle maestre, chi bisticcia, chi col
pollice in bocca tiene stretta la mano della mamma, un po’ impaurito dal primo giorno
di scuola.
“Tias, fate colazione con noi?” Guilherme è uno scricciolo di 8 anni, un cespuglio di
riccioli biondi e due occhi verdi come l’oceano. Sta alla creche da quando ne aveva due,
credo, e le sue cose preferite sono le lezioni di culinaria e il pandolce del mattino,
quello di Kil, con la crosticina croccante di zucchero sopra. “Oggi non possiamo, ma
grazie lo stesso”, dico, strizzandogli l’occhio.
Guilherme è uno dei 400 alunni dell’Associação Padre Enzo di Tamandaré, nel nordest
del Brasile, dove da anni una squadra di ottimi educatori ed assistenti sociali si prende
cura dei piccoli delle comunità più povere e delle loro famiglie. Bimbi, ragazzi, uomini,
donne. Ognuno con una storia da raccontare e un’indipendenza da conquistare.
“Semplicemente, ci occupiamo di loro.— spiegano i funzionari — E con le attività del
centro insegniamo loro a interagire e a vivere nel modo più sereno possibile la vita di
tutti i giorni”. Ed è così che dopo il buongiorno e il café de manhã, la giornata si snoda
tra giochi educativi, lezioni di psicomotricità e rinforzo scolastico, laboratori culturali e
ofcine manuali. Un’oferta formativa amplissima per permettere ad ogni alunno di
trovare la propria dimensione, imparare a conoscere se stesso, gettare solide basi al
castello del suo futuro.
Facciamo pausa pranzo con Giorgio Curreri, da un decennio a capo del Progetto e da
quest’anno responsabile del nostro Servizio Civile. “Quello che amo del nostro lavoro—
ci racconta — è il fatto che facciamo qualcosa di concreto. Qui a Tamandaré le
comunità Oitizero e Estrela do Mar sono veramente in difcoltà. In situazione di
vulnerabilità sociale, come dicono i tecnici. Povertà estrema, famiglie numerosissime,
violenza domestica. Cose che non vorresti succedessero mai nella vita. Ma se da un lato
c’è questo, dall’altro ci siamo noi, che diamo una risposta tangibile: accogliamo
bambini dai 2 ai 15 anni, li aspettiamo tutti i giorni con tre pasti caldi e un’équipe che
si occupa della loro educazione e del loro accompagnamento psicologico. Ci occupiamo
anche dei genitori, invitandoli a partecipare a corsi di professionalizzazione gratuiti e,
in generale, alla vita della creche come volontari. È vero: è dura sentire certe storie,
vederle mute nelle facce dei bambini. Ma ogni sorriso, ogni ragazzo che esce dalla qui e
trova la sua strada ripaga di tutto”.
Finisco il cafè e mi faccio un giro nelle aule del Maternal. Guardo una nuova
generazione dormire, qualcuno ancora col ciuccio, qualcuno che fa finta e ridacchia.
Vedo i loro sogni: c’è un panettiere, una ballerina, un’educatrice, un professore.
Qui alla creche c’è speranza.

Enzo Galardini: "Ho visitato la Scuola Medea a Brazzaville alla fine del 2015."

Nella Scuola, semplice e essenziale in un contesto circondato da baracche e da miseria, erano in corso lavori di manutenzione per ampliare l’accoglienza delle aule. Mi hanno colpito il silenzio e l’attenzione che i bambini prestavano durante le lezioni, e poi l’esplosione di canti e grida di allegria durante l’intervallo. Le difficoltà e i problemi quotidiani da risolvere mi sono sembrati enormi eppure le suore e le insegnanti trasmettevano serenità, tenacia e affetto per i loro bambini.

Nadia Zuin - Amica e sostenitrice del Progetto Tamandaré: "Quest'anno ho partecipato alla gita in motonave nella laguna di Venezia"

che si è svolta lo scorso 2 settembre e sono riuscita a coinvolgere e a far partecipare diverse persone nuove, delle  mie amiche e dei loro conoscenti. Al di là dell’immutabile fascino di Venezia, siamo tutti rimasti entusiasti sia della perfetta organizzazione della giornata che del clima festoso e simpatico del centinaio di partecipanti. Mi è piaciuto vedere come la finalità di solidarietà sia riuscita facilmente ad aggregare persone nuove intorno al “progetto Tamandaré”.