Biografia

Padre Enzo Rizzo

Padre Enzo Rizzo

A Tribano ha passato la fanciullezza. In quella Parrocchia è stato battezzato, cresimato ed ha ricevuto la Prima Comunione. A 10 anni è entrato nel Seminario dei Padri Cappuccini, prima a Rovigo e poi a Verona. A 16 anni è uscito per motivi di salute, ma il suo desiderio di dedicarsi al Signore ed ai fratelli è sempre rimasto forte in lui. Si mette in contatto con le Associazioni di Volontariato e nella Parrocchia di Sant’Agostino di Albignasego, si dedica all’assistenza agli anziani. Lavora come impiegato presso la ditta Morassutti e nei giorni di sabato e domenica presta la sua opera anche presso la Casa della Provvidenza di Sarmeola.

IL MAL D’AFRICA

Assieme ad un gruppo di volontari di Don Piero Pengo, va in Costa d’Avorio e partecipa alla costruzione di un piccolo ospedale in un villaggio di quella regione. Esperienza che lo conferma nella volontà di dedicare definitivamente la sua vita ai poveri ed agli ultimi. Ma l’Africa per lui è troppo lontana come mentalità e modo di vita. Sceglie l’America Latina che, a livello di proposta ecclesiale e politica, era più vicina alle sue idee ed alla sua sensibilità. Le dittature di quel continente erano prossime a cadere e la Chiesa aveva un atteggiamento profetico che appagava il suo anelito di servizio missionario. Nel 1980 prende contatto con il MLAL – Movimento laici America Latina – di Verona.

NEL 1982 PARTE PER IL BRASILE

e viene inviato a Sao José do Egito, nel Sertao secco del Nord del Brasile e lavora alle dipendenze della Parrocchia. In una intervista così descrive quegli anni: “Mi si presentarono subito problemi immani. La zona pativa la siccità da ben cinque anni e ciò creava difficoltà per l’igiene e la nutrizione dei suoi abitanti. Il mio compito fu di alleviare le sofferenze, fungendo da infermiere, da muratore, da coordinatore di aiuti umanitari che giungevano alle istituzioni cattoliche”. Nel 1984 si trasferisce ad Escada, tra i tagliatori della canna da zucchero. Vive nella Parrocchia e lì incontra P.e Gerardo Leite Bastos che P.e Enzo considerò come il padre della sua vocazione sacerdotale. Fui destinato ad Escada, una zona a monocoltura, quella della canna da zucchero ,che vanta i primi insediamenti dei colonizzatori e quindi con una tradizione di schiavitù che, a grandi linee, è ancora attuale. La mia azione, legata alla Pastorale Rurale della Chiesa brasiliana che si occupa delle problematiche della terra, era tuttavia nel campo sindacale, a difesa cioè dei diritti dei lavoratori”. Nel 1989 matura definitivamente la sua vocazione ed incontra il Vescovo di Palmares Dom Acacio che lo accoglie nella sua diocesi e lo invia nella Parrocchia di Barreiros, assieme a Don Luciano Bianchi, sacerdote proveniente da Brescia. P.e Enzo, pur frequentando il Seminario, partecipa all’attività pastorale di Barreiros.

IL 17 GENNAIO 1993 VIENE ORDINATO SACERDOTE

nella Cattedrale di Palmares, Diocesi a circa 150 Km da Recife, capitale dello Stato del Pernambuco. La Cattedrale è gremita di fedeli provenienti dalle varie comunità in cui P.e Enzo aveva prestato la sua opera, ma soprattutto di lavoratori della canna da zucchero per i quali lui aveva lavorato e lottato mettendo più di una volta a repentaglio la propria vita.

L’ESPERIENZA MISSIONARIA IN TAMANDARE’

Nel 1994 il Vescovo Acacio lo invia a Tamandaré, frazione di Rio Formoso, di circa 15.000 abitanti, sulle rive dell’Oceano. Nel 1995 Tamandaré diventa Parrocchia, intitolata a San Pietro, ed anche Comune indipendente. La comunità aveva visto il suo ultimo prete nel 1975, quando fu ucciso per volere del potere latifondista. P.e Enzo ha cercato subito, tra difficoltà e sospetti, di far rinascere la comunità dispersa, creando momenti di aggregazione e di socializzazione. Ha dovuto inoltre ristrutturare le due chiese esistenti, ormai cadenti e fattiscenti: la Chiesa di Ns. Signora di Fatima, e la Chiesa di San Pietro, patrono della Parrocchia, affacciata all’oceano. La cittadina vive prevalentemente di pesca e di piccolo commercio. Ma esiste un grande conflitto tra la ricchezza dei villeggianti, provenienti da Recife ed anche dall’estero, e la miseria della maggioranza della popolazione locale, che vive in baracche di palma di coco, tra miseria, promiscuità, ignoranza e delinquenza. Ragazze madri abbandonate, figli lasciati crescere sulla strada, senza nessun orientamento educativo.

Ecco allora che P.e Enzo, aiutato da amici italiani, parrocchie ed associazioni, fonda il Progetto Tamandaré il cui fine è la “formazione di una comunità di uomini e donne consapevoli della loro dignità di persone, della loro grandezza di figli di Dio e quindi capaci di progettare e vivere un futuro di libertà e di dignità”. La prima e più importante realizzazione fu La Creche (Asilo) Solidariedade, fondata nel 1995 per 50 bambini della favela e della colonia di pescatori e successivamente ampliata fino ad ospitarne 210. L’Asilo vive unicamente per mezzo delle adozioni a distanza e delle offerte provenienti dall’Italia. Contemporaneamente P.e Enzo realizzò due mense per i poveri, a Tamandaré ed a Santo André, una frazione a circa 30 Km dalla cittadina, in cui venivano somministrati quotidianamente, da marzo ad ottobre, 200 pas ti caldi serali. A Santo André fondò il Centro Comunitario in cui funzionava un Laboratorio di Taglio e Cucito frequentato a turno da circa 40 tra donne e ragazze, trasformato nel 2002 in laboratorio di confezioni. Nell’ambito del Progetto Pastorale della Chiesa Brasiliana “ Fraternità ed Educazione “, teneva Corsi serali di Alfabetizzazione, in particolare a favore dei genitori dei bambini che frequentavano la Creche. Costante e forte è stato il suo aiuto spirituale e materiale alle famiglie degli “ Accampamenti dei Contadini senza Terra “. Nel territorio di Tamandaré vi sono tre insediamenti, composti da circa 100 famiglie. IL 27 gennaio 2000 P.e Enzo è mancato dopo una lunga malattia. Egli ha immolato tutto se stesso per la sua gente.

MA LA SUA OPERA CONTINUA

Dopo la morte del fondatore la Parrocchia fu condotta da Pe. Marcos Gomez e fino all’anno 2003, l’Asilo Solidarietà fu diretto da Madre Margherita che aveva collaborato con Padre Enzo fin dall’inizio della sua missione in Tamandaré.

….con mamma Fanny ora ci guida dal cielo. L’opera da lui iniziata continua. Ogni giorno con mani e cuori nuovi. E’ il miracolo del suo amore.